Ficodì e il dolce sapore dei ricordi

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Non so chi, fra voi, conosca la mia bella isola, la perla del Mediterraneo, la Sicilia, antica Trinacria, terra di storia, cultura e arte. Forse oggi, pensando a questa regione dalle assolate spiaggie, vengono in mente altre caratteristiche, altre qualità, altri difetti; ma chi la ama come me non può dimenticare la dimensione quasi mitica della Sicilia, quel fervore culturale che l'ha resa patria, nei secoli, di personaggi di una certa levatura, a cominciare dal matematico Archimede sino ai più recenti Verga e Pirandello - scusate se vien fuori la mia formazione classica, non vuol essere pedanteria, leggetevi piuttosto l'amore per le mie radici.

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Se chiudo gli occhi e mi lascio andare a sognare, in questo freddo e interminabile inverno, non posso non vedere il sole, quello estivo, ardente, quasi da deserto, che brucia i paesaggi più tipici della mia zona, le vaste sciare, distese di lava etnea ormai solida e porosa, da cui fanno capolino le splendide pale di ficodindia, belle, colorate in quella distesa di nero; pericolose, i cui frutti succulenti sono protetti da spine pungenti che quando ti entrano nella carne sono difficili da cacciar fuori. Poco più in là, la sciara ha lasciato ormai il posto a terra fertile su cui crescono rigogliosi gli agrumi più gustosi del mondo; e nel bosco le nocciole, le castagne, le more...

Ragazzi, non posso spiegarvi la ricchezza della mia terra, lì dove ricordo di aver passato i finesettimana della mia infanzia. Sotto l'Etna, in un paesino di quelli che ora contano poche anime, ma che conservano tutta la purezza di un popolo dalle mille tradizioni, dai mille proverbi alla maniera del vecchio padron 'Ntoni, e dal saper fare (che oggi diremmo know-how) unico e puro. Ricordo i miei nonni nella vecchia cucina di maioliche chiacchierare con i miei genitori, nella calura del dopopranzo, con l'immancabile Limoncello preparato in casa con quell'antica ricetta che fa buona ogni cosa: l'amore.

 

Dalla stessa ricetta, dalla stessa passione, dallo stesso radicale e totale legame alle cose buone della mia cara Sicilia, prendono vita i liquori Ficodì che racchiudono tutti i profumi della frutta maturata sotto il sole e tutto il calore dei siciliani. Dall'appassionato lavoro di Carmelo Grippaldi nella Fattoria Valle del Sole, in quel di Gagliano Castelferrato (Enna), nel cuore dei boschi sui monti Erei, prende il via la produzione di tre linee di prodotti:

FICODI': liquore di Ficodindia e rosoli di Mandorla, Mandarino, Melagrana, Pistacchio, Cannella, Limone e Gelsi Neri;

SICILIAN FRUIT: marmellate e confetture di frutta

ROSOLI DI SICILIA che riprendono le antiche ricette delle nonne, compresa la mia.

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Ovviamente questa non è la prima volta che assaggio le delizie di Ficodì che ha la sua punta di diamante nel liquore di Ficodindia che dà il nome all'intera gamma. Dal sapore delicato, soave, dolce, mi rimanda all'estate, al caldo, al sole sotto il quale i frutti, nel loro guscio di buccia spessa, colorate e piena di spine, maturano e si addolciscono. Li avete mai assaggiati? Mio padre li raccoglie ogni estate, nella vigna di quel paesino di cui vi parlavo prima e sono una squisitezza. Sono anche un ricordo, un richiamo ancestrale alle mie origini e ai sorrisi dei miei cari nonni. Ogni volta che li mangiamo non possiamo non sorridere e ricordare quella bella commedia "Aria di Continente", divertente analisi amara del grande Martoglio, che degli "ossi di ficurinia" (i semini) parla come se segnassero la differenza fra un siciliano e un "continentale", ossia un nativo dell'Italia peninsulare.

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Ma torniamo al delizioso Ficodì: va assolutamente gustato freddo (tenetelo in freezer, tanto l'alcool non ghiaccia) e in piccoli bicchieri a tulipano che guidano i profumi e gli aromi delicatamente fruttati verso le narici. La gradazione alcolica non è altissima, 24% vol., e non riscalda eccessivamente, anzi è quasi un elisir: chiudete gli occhi e assaporatelo mentre pensate al paesaggio che potreste vedere da una terrazza di Taormina.

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La Crema liquorosa di Pistacchio è di un verde intenso e la sua consistenza cremosa e gustosa, vero pistacchio con pochi altri ingredienti. Un ottimo modo per accompagnare un dessert o per addolcire il palato di un ospite inatteso che si vuole accogliere con calore. In Sicilia si usa così: se arriva qualcuno a far visita si mette sopra il caffè e si mettono a tavola tutti i liquori presenti in casa. La crema al pistacchio è una delizia, un vero piacere siciliano da provare assolutamente. Grado alcolico 17% vol.

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La Crema di Gelsi Neri è, per me, l'apoteosi del gusto del ricordo: quando ero bambina, con la mia mandria di cugini, panierino alla mano, si andava tutti a raccogliere i gelsi e le more che poi, giustamente, si sarebbero trasformati in confetture, crostate o mal di pancia. Dolce come solo i gelsi neri di Sicilia possono essere, leggermente cremoso, appaga i sensi con gran soddisfazione. Grado alcolico 17% vol.

Chiedo perdono se ho approfittato del post per lasciarmi andare ai ricordi, ma il liquore Ficodì che sto sorseggiando ha fatto riaffiorare talmente tanto che non avrei potuto non condividere con voi questo amore che mi scalda il cuore.

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 11002636_10153065699117974_3245346696282628273_n Questo articolo è stato pubblicato il 12 Marzo 2015 QUI.
Eleonora

Eleonora Musumeci

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