Casale del Giglio: vino, sperimentazione e archeologia
Oggi è il compleanno di mio marito e lo so che non è cosa che vi importi, ma l'argomento di oggi è strettamente legato a lui e alla sua passione per il vino. Lui è uno di quelli che il vino lo stappano con cura avvicinando il tappo al naso, poi lo versano rigorosamente nel calice più adatto e lo guardano, lo ammirano, lo annusano con devozione e lo gustano con piacere ed estasi. E questo lo fa ogni volta che stappiamo una bottiglia e, ovviamente, gli ottimi vini del Casale del Giglio non sono sfuggiti alla sua analisi accurata.
Casale del Giglio della famiglia Santarelli, con alle spalle 100 anni di storia - festeggiati nel 2014 -, è un'azienda agricola dell'Agro Pontino, quelle terre emerse dopo la bonifica protagoniste del romanzo di Pennacchi Canale Mussolini, Premio Strega 2010, un libro per certi versi illuminante e ricco di informazioni ed emozioni. La terra su cui sorge, nel 1967 “Casale del Giglio” - a Le Ferriere, non lontano dall’antica Città di “Satricum”, in provincia di Latina circa 50 Km a sud di Roma - è, per certi versi, una terra ancora vergine, suolo ideale per le sperimentazioni vinicole. Intuizione geniale del più giovane rappresentante della famiglia Santarelli, Antonio, il quale, con il supporto dell' Enologo trentino Paolo Tiefenthaler, pianta sui suoi terreni quasi 60 diversi vitigni sperimentali.
Il risultato? Vini eccezionali sotto ogni punto di vista che vengono sin da subito apprezzati, prima nel territorio laziale, per poi conquistare il mercato nazionale ed estero. Vini pluripremiati quelli che portano l'etichetta Casale del Giglio, speciali nel gusto ma anche nel modo in cui la famiglia Santarelli ha inteso il rapporto dell'azienda con il territorio. Qui permettetemi di aprire una piccola parentesi archeologica (altra passione del mio maritino): l'azienda non è rimasta immune al fascino del vicino sito archeologico di Satricum, partecipando agli scavi in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio diretta dalla Dott.ssa Elena Calandra e con l’Università di Amsterdam, Dott.ssa Marijke Gnade, il responsabile Dott. Di Mario e i Comuni di Aprilia, Latina e Nettuno. Gli scavi hanno individuato la "Via Sacra" che conduceva al Tempio della "Mater Matuta", facendo venire alla luce, fra gli altri reperti, anche un calice da vino in ceramica risalente al V sec. a. C.
Chiusa l'interessante parentesi archeologica (avventura culturale che fa onore al Casale del Giglio e alla famiglia Santarelli), torniamo ai buoni prodotti che offre l'azienda: vini bianchi, rosati e rossi, grappe e anche olio extra vergine d'oliva. Una produzione basata sulla sperimentazione, sull'innovazione, sullo studio e la ricerca che, con quell'abbondante dose di passione dei partecipanti, hanno portato ai risultati sorprendenti che oggi vengono apprezzati dagli amanti del vino di tutto il mondo.
Nella splendida cassa di legno con impressa l'etichetta raffigurante Casale del Giglio, l'azienda mi ha fatto omaggio di sei bottiglie dei suoi vini più pregiati, di un grembiule e un cavatappi che hanno dato modo a mio marito di pavoneggiarsi di fronte agli amici, di un DVD sui cento anni di esperienza nel campo vinicolo della famiglia Santarelli e di vari depliant informativi. Ma andiamo ai vini, che rappresentano il nodo centrale.
MATER MATUTA, punta di diamante del Casale del Giglio, deve il suo nome all'antica divinità italica, dea dell'aurora, protettrice della vita nascente e della fertilità, al cui culto fu dedicato il tempio della città di Satricum, presso Le Ferriere (Latina). Un rosso composto prevalentemente (85% circa) di uve mature di Syrah e una piccola frazione di Petit Verdot (15% circa). Grazie a fermentazione diversificata per i due vini, il Mater Matuta acquisisce complessità e carattere, con tannini dolci e profumi intensi di marasca e spezie. Si affina a lungo, prima in piccoli fusti di rovere, poi in bottiglia (quello che ho gustato è infatti del 2011) per diventare straordinario. Color rubino cupo, denso; al naso sentori balsamici, poi caffè, viola e marasca matura; infine spezie. In bocca avvolgente e seducente, fresco ed equilibrato; 13% vol. Perfetto con la provola di latte di Bufala che la stessa azienda affina tra le vinacce fresche di Syrah.
PETIT MANSENG, vino bianco, il cui vitigno nasce sui Pirenei francesi e presenta bacche particolarmente piccole dalla buccia spessa, che producono esigue quantità di mosto e possono restare sulla pianta fino ad autunno inoltrato, sì da concentrare lo zucchero con un processo di appassimento detto in francese “passerillage”. Colore giallo paglierino brillante, profumo molto intenso, aromatico e speziato; gusto fresco, molto minerale, sapido, di ottima struttura. 13,5% vol.
MADRESELVA, rosso che risulta dall'assemblaggio in parti uguali di Merlot, Cabernet-Sauvignon e Petit Verdot. Le uve componenti il Madreselva vengono raccolte in piena maturazione, ma in periodi diversi. E' una prova tangibile della sperimentazione effettuata da Casale del Giglio che affina separatamente le due varietà per riunirle dopo quasi due anni e farne continuare ancora l'affinamento in bottiglia. Rosso rubino luminoso di intensa concentrazione; il bouquet ha toni molto maturi di visciole e di marasche in confettura, su sfondo balsamico. In bocca è di notevole equilibrio e persistenza, con tannini vellutati e ritorno sulle note fruttate e balsamiche. 14%vol.
VIOGNIER: 100% Viognier, vitigno a bacca bianca originario della Valle del Rodano che si è diffuso nel Sud della Francia.. Vinificazione in bianco con uve raccolte in due tempi. Colore giallo brillante, con note floreali nettissime di petali di rosa bianca, tiglio, acacia e ginestra. In bocca si riscontrano sensazioni di frutta assai pronunciate di pesca e di albicocca. Insieme producono una grande dolcezza aromatica bilanciata perfettamente da buona freschezza e persistente mineralità. 13%vol.
PETIT VERDOT: il vitigno proviene da Bordeaux, dove viene utilizzato tradizionalmente come componente minore dell’assemblaggio di Merlot e Cabernet- Sauvignon. Colore rubino violaceo; profumi intensi e persistenti di piccoli frutti rossi, di ciliegia e vegetali, come mirto e ginepro. Bella rotondità in bocca, dovuta a tannini morbidi e vellutati, con struttura elegante. Finale con note di pepe bianco e spezie. 13,5%vol.
SAUVIGNON: originario del Bordolese, è un vitigno che predilige forme di allevamento che non espongano i grappoli alla luce diretta del sole, per cui le viti non vengono sfogliate ( in sicilia si dice "spulirari" ). Sauvignon 100%. Colore giallo paglierino brillante; profumo intenso e fragrante, con sentori di salvia e ortica; gusto fresco, molto minerale di pietra focaia, di buona struttura. 13%vol. Accompagna bene il risotto ai frutti di mare o la frittata alle erbe di campo.
Vini ottimi che abbiamo apprezzato moltissimo sulla nostra tavola, da soli in coppia o in condivisione con amici. Devo anche aggiungere che l'etichetta e l'immagine generale dell'azienda ci hanno molto colpiti. Avendo a che fare spesso, nella vita e per lavoro, con grafica, vini e prodotti tipici, la cura che coinvolge la produzione come la presentazione dei vini non è passata inosservata e denota davvero come in ogni bottiglia ci sia passione vera per la terra e le cose buone che la natura ci offre.
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